Dior la collezione primavera estate 2023

Guardando il menswear Dior della primavera estate 2023 si è travolti dalla pacata consapevolezza che una rivoluzione è in atto nel sostrato più intimo e sfibrato del nostro essere, che dopo anni di pandemia ricodifica la sequenza delle sue necessità per creare una formula che sia più vivibile e poeticamente oziosa. Su Instagram, il tag #moss ha superato i 3 milioni di post in soli 6 mesi, iniziando la rivalsa della sua nemesi storica incarnata nei 25 milioni dell’aggettivo #boss.

dior primavera estate 2023
YANNIS VLAMOS
dior primavera estate 2023
YANNIS VLAMOS

Il muschio di una rilassatezza campestre si scontra con la frenesia di un quotidiano che non ci appartiene, dove ritmi snervanti, isterismi e nevrosi da iper-produttività portano a non aver più tempo, né voglia, di godersi il dolce fare niente. Con un incitamento a un licenziamento di massa operato da Beyoncé nel singolo Break My Soul, primo del nuovo album in uscita Renaissance, il mondo si è finalmente reso conto di essere terribilmente stanco. Kim Jones decide così di alleviare la nostra fatica, raccontando un mondo bucolico dove la natura è unica unità di misura cui prestare attenzione.

dior primavera estate 2023
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Christian Dior stesso fu al contempo anatomista e botanico, creatore di fogge che esaltavano il corpo attraverso la perfezione delle corolle di una rosa. Dalla residenza di famiglia in Normandia, Villa Les Rhumbs, passando per la sua abitazione idilliaca situata a solo un’ora da Parigi presso Milly-la-Forêt e battezzata Le Moulin du Coudret, Dior si lega alla minuziosa e variegata bellezza dei fiori per dar vita ai suoi abiti, inserendo un ramo di mughetto in ogni sottogonna come gesto scaramantico.

dior primavera estate 2023
YANNIS VLAMOS

Coltivatore di boccioli provenzali ed estimatore delle più pregiate specie da giardino, Dior ispira Jones nel realizzare una collezione che è delicata e quasi tenera, che trasmette calma e pacatezza senza le ridondanze di un vestirsi in base ai trend. Cappelli di paglia da apicoltore si accompagnano a look dove l’uomo è un bon sauvage rousseauiano, archetipo di una mitezza di pensiero e di gusti, di colori pastello e fogge morbide, di sovrapposizioni di tessuti e di salopette con le bretelle sganciate.

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YANNIS VLAMOS

Con il delicato soundtrack di Avril 14th di Aphex Twin che inaugura lo show, inizia una sequela di azzurro fiordaliso, malva e bianco campanula, rosa fresia e color lavanda, con accenni arborei a marroni lignei e ai gialli intensi e rossi scuri dei cespugli. Anche qui, troviamo una mollezza di forma, con tagli destrutturati che adattano il tailoring classico a una dimensione country e rilassata: completi doppiopetto color albicocca si associano a maglie ricamate semitrasparenti; salopette tagliate di sbieco sono seguite da gilet in maglia con lavorazione jacquard in verde salvia; scarponcini da trekking vengono indossati in abbinamento a una custodia per AirPods da portare al collo, e ogni borsa è dotata di fibbie porta-borraccia come un cestino da picnic a tre zeri.

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“Il fardello più pesante è di esistere senza vivere”, è la frase di un preveggente Victor Hugo, qui incarnato da un Jones umanista che ci invita a rinnegare la gioia fittizia di una Versailles dorata in favore di una sempiterna e sempreverde Giverny.