
Esce “On Jewels” libro di Giovanni Raspini accompagna il lettore alla scoperta del mondo del gioiello
Il libro rivela il desiderio del designer di lasciare impressa la sua storia e essere maestro d’eccezione per chiunque desideri avvicinarsi al mondo dei preziosi. Concepito come un manuale, racconta la storia della gioielleria e dell’arte orafa, in un continuo confronto tra mondo contemporaneo e studio del passato.
La prima parte è un excursus storico. Si racconta della scoperta dell’oro, quindi della nascita della gioielleria nel 3000 a.C., del- le sperimentazioni con i materiali nobili (oro, argento, platino) e con quelli considerati più poveri come il bronzo, l’ottone e l’“oro delle nonne” (una lega ottenuta dall’unione di oro e rame), d’ispirazione e cambiamento, processi creativi e vecchie lavorazioni.
Raspini racconta della lavorazione a caldo, l’arte della fusione a cera persa o dei metalli preziosi in osso di seppia, e di quella a freddo, lavorando di martello su piccoli frammenti (malleum o maglio, da cui malleabile). “Costruire un gioiello è come costruire una casa in miniatura, ecqulibrata e solida in ogni sua parte. Nel corso del tempo le tecniche si sono perfezionate e evolute, eppure ancora oggi le basi dell’oreficeria sono quelle di sempre“. I gioielli esistono dall’alba dell’umanità, ma saranno gli Etruschi a portare le arti orafe apprese in Oriente in Vetulonia, nella Toscana latina. “Tutto nasce per gioco, un gioco antico come l’infanzia dell’uomo.
Il gioiello deve il suo nome al francese medievale joel (gioco, dal latino iocus)”. Ma come nasce un suo gioiello? Prima viene l’idea, che si concretizza in un disegno o abbozzo di metallo, poi la realizzazione dello stampo in caucciù o resina che con la cottura a caldo si rende vulcanizzato e riproducibile in serie. Si passa poi a fusione e microfusione, i momenti più affascinanti e delicati del processo creativo “che chiedono lo stesso rispetto d’un vulcano in eruzione”. Si costruisce il cosiddetto grappolo, i pezzi vengono saldati separatamente formando una struttura ad alberello nei cui spazi verrà colato il metallo incandescente, si passa poi alla “libe- razione del grappolo” per portare alla luce i pezzi singoli, che con la mola, una ruota abrasiva utilizzata per levigare e lucidare, si portano “al liscio”. Le ultime fasi sono l’assemblaggio, la finitura e il confezionamento.